Categoria: Bellezza e Benessere
Yoga: tutti i benefici
Redazione BlogBenessere - Febbraio 08, 2015
Se non siete amanti della palestra né degli allenamenti pesanti, lo yoga può essere lo «sport» che fa per voi. Secondo una nuova ricerca, infatti, pur essendo molto meno dinamico di altre attività – come per esempio la cyclette o la bicicletta – lo yoga ha lo stesso impatto positivo sulla salute del cuore. Tra i benefici di questa antichissima tecnica di stretching e rilassamento, vi sono non solo la perdita del peso in eccesso, ma anche l’abbassamento del livello di colesterolo e della pressione sanguigna. «Lo yoga contribuisce ad abbassare il rischio delle malattie legate al cuore esattamente come uno sport più dinamico, come andare in bici o camminare a passo veloce», ha spiegato Myriam Hunink, ricercatrice presso l’Erasmus University olandese e la Harvard University negli USA. «Questi risultati sono molto importanti perché tantissime persone non possono svolgere un’attività fisica intensa, oppure preferiscono qualcosa di più leggero e rilassante, allo stesso tempo tenendo alta la salute generale e abbassando il rischio di malattie cardiovascolari». La Hunink tiene inoltre a sottolineare che, grazie alle sue straordinarie proprietà antistress, lo yoga è in grado di migliorare la qualità della vita più di ogni altra forma di attività aerobica. Attualmente, solo nel Regno Unito, le malattie coronarie sono il killer più spietato, per mano del quale si contano oltre 70mila arresti cardiaci all’anno. Il fumo, il colesterolo, l’ipertensione, l’obesità e uno stile di vita sedentario sono tra le cause più comuni della malattia.
Velocizza il metabolismo
Redazione BlogBenessere - Febbraio 08, 2015
Sanihelp.it - Stimolare il buon funzionamento del metabolismo è necessario non solo allo scopo di mantenere un peso corporeo che si adatti alla propria figura, ma anche perché esso ci aiuta ad avere molte più energie e anche ad assimilare in modo corretto i nutrienti presenti nel cibo. Un metabolismo lento non solo ci porterà ad ingrassare in modo inesorabile, ma anche a soffrire di letargia, di mancanza di vitalità e ad avere problemi digestivi. Lo yoga può davvero aiutare i propri praticanti a raggiungere un livello nel quale il metabolismo, grazie al costante riequilibrio nel funzionamento degli organi interni, lavora in modo giusto. Infatti, nonostante si possa pensare che le asana, cioè le posizioni dello yoga, servano solo a rendere il corpo più flessibile, più bello e più tonico, esse lavorano molto in profondità, giungendo sino agli organi interni. Si andranno, così, a stimolare le ghiandole che dosano gli ormoni all'interno del nostro corpo, come la tiroide, l'ipofisi e le ghiandole surrenali. Il risultato sarà un corpo più forte, dal giusto peso e anche più resistente agli agenti esterni. Ma quali sono le posizioni migliori per arrivare a stimolare il metabolismo? Sicuramente una grande spinta al buon funzionamento dell'organismo può essere data dalla pratica costante del Saluto al Sole, una serie di dodici posizioni in grado di aumentare il battito cardiaco, di stimolare l'apparato cardiocircolatorio e respiratorio e capace di riscaldare tutto il corpo molto velocemente. Le posizioni invertite, a partire dalla semplice Setu Bandhasana (nella sua forma più facile), sino a Sarvangasana (la posizione di Tutto il corpo Sostenuto) e Halasana (la posizione dell'aratro), andranno a portare il sangue verso la parte superiore del corpo e, quindi, a stimolare la tiroide e l'ipofisi. Le asana come Bhujangasana (la posizione del Cobra) e Dhanurasana (la posizione dell'Arco) vanno ad aprire la parte anteriore del corpo, a stimolare Agni, il fuoco digestivo e anche a massaggiare le ghiandole surrenali. Infine, le torsioni come Ardha Matsyendrasana (posizione di Mezza Torsione del Signore dei Pesci) o Bharadvajasana (Torsione di Bharadvaja) vanno a stimolare tutto l'apparato digerente consentendo un'assimilazione corretta dei nutrienti e anche un corretto funzionamento generale del metabolismo. Tutte queste asana, che dovranno sempre essere approcciate mediante l'aiuto di un insegnante, potranno essere integrate nella pratica quotidiana per rendere il proprio fisico più snello, efficiente e e scattante, giorno dopo giorno.
Energy drink e prestazioni sportive: tutta la verità
Redazione BlogBenessere - Febbraio 08, 2015
Le bevande energetiche contenenti caffeina possono incrementare le prestazioni degli sportivi, dando loro energia, ma aumentano poi insonnia, nervosismo ed eccitazione. Questi i risultati di una ricerca condotta per 4 anni dal Laboratorio de Fisiología del Ejercicio dell'università Camilo José Cela (Madrid) sulla scorta della crescente diffusione di queste bevande tra gli sportivi: secondo quanto riportano gli autori dello studio, oltre il 50% degli sportivi le usano negli allenamenti e/o in gara. Gli studiosi hanno seguito 90 atleti (53 maschi e 37 femmine) di alto livello e diverse discipline (calcio, pallacanestro, rugby, pallavolo, tennis, nuoto, hockey e alpinismo), abituati a consumare poca caffeina, per scoprire l'effetto di 3 lattine di energy drink o di una bevanda placebo prima di un impegno sportivo. I ricercatori hanno usato dispositivi GPS per stabilire la resa su distanza e velocità negli sport di squadra, e dinamometri e potenziometri par misurare il rendimento muscolare nelle altre discipline. Nel complesso, hanno rilevato un aumento del 3-7% di prestazioni e resistenza nei consumatori di energy drink. Nello specifico, salti migliori per i giocatori di pallacanestro, più forza e precisione nel colpo dei pallavolisti, miglior punteggio per i tennisti. I nuotatori sono stati più rapidi, gli alpinisti hanno mostrato maggior forza e potenza muscolare. Risultati simili anche negli sport di squadra. Il rovescio della medaglia sono stati i tipici effetti collaterali della caffeina (insonnia, nervosismo, eccitazione), la cui concentrazione in queste bevande è di 32 mg/100 ml: sono 80 mg, nelle lattine da 250 ml, e con tenori variabili da una marca all'altra. Non è la prima volta che alle bevande energizzanti vengono riconosciuti effetti positivi e reazioni negative da non sottovalutare (vedi anche le bevande energizzanti sono efficaci?). È intervenuta più volte sull'argomento anche l'Organizzazione mondiale della sanità, che in un recente studio propone di limitare i dosaggi di caffeina, regolamentando la pubblicità e la vendita a bambini e adolescenti, sui quali gli effetti sono peggiori. Curiosità al microscopio
Come spalare la neve (senza finire con il mal di schiena)
Redazione BlogBenessere - Febbraio 08, 2015
No, non ridete: dalle statistiche del Nationwide Children’s Hospital risulta che negli Stati Uniti, dal 1990 al 2006, 1647 persone sono morte mentre spalavano la neve (lo riporta un articolo della BBC). Le cause? La combinazione di sforzo isometrico intenso e freddo pungente che provoca vasocostrizione periferica in mani, gambe, e piedi, centralizzando il sangue verso il cuore e aumentando così la pressione arteriosa. Quindi: spalare la neve può essere un’attività rischiosa, fosse anche solo per il mal di schiena o altro genere di infortuni traumatici. Quindi se dalle vostre parti la neve è già caduta copiosa, e vi tocca sgomberare il vialetto di casa, prima di impugnare la pala leggete questi due consigli per ridurre al minimo i rischi. Scegliete una pala su misura Provatela impugnandola in negozio: il manico deve arrivare all’altezza della cintura dei pantaloni. Se è più alto, allungandosi la leva farete più fatica; se è più basso vi costringerà a una posizione scomoda, soprattutto per la schiena. Non spalate, spingete Stare a gambe dritte e lavorare solo di braccia e schiena è il modo più veloce di finire a letto bloccati dal mal di schiena. Nel dubbio: piegate le gambe, come se doveste fare uno squat, e poi spingete come farebbe un rugbista tenendo la schiena dritta. Se poi la neve è davvero alta, partite dalla stessa posizione e tenendo i muscoli della schiena ben contratti usate le gambe per sollevare e spingere via il manto bianco. Credits: FlickrCC Michaela – KiiKoncepts
Ecco di quante ore di sonno avete veramente bisogno
Redazione BlogBenessere - Febbraio 08, 2015
Poche cose sono meglio del dormire. E, casi estremi di insonnia a parte, un terzo della vita la trascorriamo proprio nel sonno. Non è un caso che tra le nostre ricorrente lamentele c’è quella di non dormire abbastanza causa scuola e, poi, lavoro. Un deficit che spesso recuperiamo, come ghiri, nel week end.D’altronde il sonno, insieme al cibo, all’acqua e all’ossigeno è fonte di sopravvivenza primaria per l’essere umano. È infatti appurato che i disturbi notturni espongano a un maggior rischio di obesità, diabete e malattie cardiache, con la conseguenze riduzione dell’aspettativa di vita.Da sempre si discute sul minimo di ore necessarie da trascorrere sotto le lenzuola: sei, sette od otto? Non si è mai capito. Ora il quesito esistenziale ha la sua risposta. La National Sleep Foundation – ente di ricerca statunitense – ha condotto un’approfondita ricerca per fasce d’età: un team di 18 specialisti ha lavorato per due anni arrivando dunque a stilare il grafico di riferimento “age-to-age”.Fino ai 17 anni c’è più bisogno di dormire di quanto si pensasse. Andando a ripercorrere la tabella - prendete nota - un neonato fino a 3 mesi necessita tra le 14 e le 17 ore di sonno, mentre dai 4 a 11 dalle 12 alle 15 ore. I bimbi di 1-2 anni devono riposare almeno 11 ore (massimo 14), mentre in età prescolare (3-5 anni) il sonno raccomandato è tra le 10 e le 13 ore. Salendo, il range della scuola primaria e secondaria (6-13 anni) oscilla tra 10 e 11. Agli adolescenti dai 14 ai 17 anni bastano 8 ore (non più di 10). Ed eccoci alla fascia adulta: da quando si compiono 18 anni a quando si entra nella terza età (65 anni) vengono consigliate 7-9 ore. Agli over 65, invece, è prescritto un riposto massimo di 8 ore.
5 consigli per correre con la neve
Redazione BlogBenessere - Febbraio 08, 2015
Lo sappiamo: per continuare a correre in inverno ci vogliono le giuste motivazioni e il giusto abbigliamento. Se poi al freddo e al buio si aggiunge anche la neve, allora vale la pena di ribadire qualche consiglio pratico. Non forzare Rispetto ad altri periodi dell’anno, correre durante la stagione fredda esaurisce molto più velocemente le riserve energetiche. L’obiettivo è allora mantenere l’allenamento, senza spingersi troppo oltre i limiti – e per riequilibrare le energie, porta con te acqua e un paio di barrette energetiche. Proteggiti dal vento Soprattutto se forte, il vento può aggredire la pelle del viso: proteggilo spalmando della vaselina o una crema simile, e prendi in considerazione la possibilità di indossare occhiali per evitare irritazioni o danni agli occhi. Non invadere lo spazio altrui È imprudente correre sulle piste dedicate ad altri sport invernali: chi va in slitta o sugli sci si muove molto più velocemente di un corridore e non si aspetta di trovarne uno sul tracciato. Sconsigliati anche i sentieri per le ciaspole, poiché la neve non è compatta e ti ritroveresti immerso fino alle ginocchia. Presta attenzione al tipo di neve A seconda della temperatura e del tempo trascorso dall’ultima nevicata, il medesimo percorso può presentare diverse condizioni: ciò che il giorno prima era un’agevole distesa di neve soffice, quello successivo può diventare un’insidiosa lastra di ghiaccio. Mai sottovalutare i cambiamenti meteorologici. Subito al caldo Una volta terminata la corsa non restare all’aperto, tentazione che può essere forte se sei in compagnia e vuoi scambiare quattro chiacchiere: sudore e freddo non vanno d’accordo. Meglio farsi il prima possibile una doccia e indossare abiti asciutti. Credits: Guy Mayer/Flickr