Psoriasi e psiche: quale legame?
By Redazione BlogBenessere
Luglio 03, 2018
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La psoriasi può essere definita come un’infiammazione cronica e recidivante della pelle, non contagiosa e non infettiva.
E’ certamente costatato che, oltre ai fattori biologici e genetici, vi siano altri motivi ad incidere sull’insorgenza della malattia.
I fattori ambientali, detti anche “scatenanti”, sono quelli che possono rendere manifesto ciò che già è geneticamente determinato. Tra i più importanti troviamo:
- stress;
- traumi fisici (ferite, contusioni);
- infezioni;
- fumo di sigaretta;
- abuso di alcool;
- obesità.
Si stima, infatti, che un evento particolarmente stressante anticipa l’insorgere della psoriasi e che diversi tipi di trauma fisico possono causare la comparsa di lesioni psoriasiche in un’area cutanea precedentemente indenne.
Non si può non considerare la psoriasi come un fenomeno complesso che abbraccia diverse discipline (mediche e psicologiche) e che necessita di una presa in carico multidisciplinare.
I pazienti che soffrono di psoriasi manifestano, contestualmente alla malattia cutanea, anche una serie di disagi psicologici associati quali: depressione, ansia, isolamento sociale. Il peso psicologico delle macchie sulla pelle ha un impatto, a volte, fortemente traumatizzante in questi pazienti.
Solo negli ultimi 15 anni si è iniziato a parlare di qualità di vita dei malati affetti da malattie croniche infiammatorie come la psoriasi. Studi recenti hanno dimostrato che la popolazione di pazienti psoriasici presentano elevati livelli di ansia e depressione rispetto alla popolazione di soggetti non affetti dalla malattia.
Questo conferma che la severità della malattia non è solo legata ad un problema cutaneo, ma anche che la sua localizzazione sul corpo ha un impatto importante dal punto di vista psicologico, creando gravi problemi relazionali nei pazienti.
La chiusura sociale divento, dunque, una difesa di fronte alla sofferenza psichica di vedersi e percepirsi diversi dagli altri. Il timore che la presenza delle chiazze possa apparire agli occhi degli altri come sintomo di una malattia contagiosa, provoca insicurezza, perdita di autostima e depressione nei malati di psoriasi.
Va ribadito, dunque, che la conoscenza delle interazioni mente-corpo-ambiente, può contribuire a migliorare le condizioni di vita di questi pazienti.
La psoriasi e i disturbi dell’umore sono altamente associati e questa combinazione di comorbidità provoca disabilità nei pazienti. E’ interessante notare come l’oscillazione dell’umore influenzi la gravità della psoriasi.
Questa correlazione diventa importante e determinante nel valutare gli obiettivi potenziali di un intervento terapeutico nei pazienti.
Parlando dal punto di vista psicologico: Il concetto di “Io” (ciò che mi rende unico e mi distingue dall’altro) si sviluppa a partire dalla nostra pelle che, sin dall’inizio della nostra vita, ci invia continui messaggi sensoriali che ci permettono di discriminare il mondo esterno da quello esterno. La pelle diventa inevitabilmente il confine della nostra sfera individuale.
In termini psicosomatici, dunque, l’analogia Io-pelle chiarisce certi disturbi cutanei individuandoli come la rappresentazione simbolica di situazioni che, evidentemente, non possono essere adeguatamente espresse dall’Io. La pelle diventa quindi come una pellicola su cui vengono riversati contenuti inconsci per rendersi visibili agli occhi del paziente.
In chiave simbolica, dunque, la psoriasi rappresenta gli aspetti inconsci che, non trovando altre vie per essere espressi, tendono ad “espandersi” sul soma, scaricando così il significato psicologico connesso al sintomo.
Diventa importante lavorare anche sugli aspetti psichici della patologia per permettere ai contenuti latenti di poter trovare nuovi sbocchi per essere espressi.
La cura del disagio emotivo associata al trattamento della psoriasi permette, quindi, non solo di trovare vie alternative a quella somatica per l’espressione della sintomatologia legata alla cute, ma anche di ottenere una maggiore efficacia dai trattamenti dermatologici e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
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