Quello che i chirurghi plastici non sempre dicono: i retroscena della chirurgia estetica
di Redazione
11/12/2014
“Mi voglio così” del chirurgo plastico milanese Gianluca Campiglio racconta in modo schietto e sincero tutto quello che i pazienti dovrebbero sapere prima, durante e dopo l’intervento
Ci sono cose che non tutti i chirurghi plastici dicono. Per esempio che con il bisturi oggi si possono ottenere grandi miglioramenti, ma i miracoli ancora no. Oppure che qualsiasi operazione, anche se a fine estetico, lascerà delle cicatrici che non necessariamente saranno perfette. E ancora: che non esiste una soluzione universale per lo stesso tipo di problema, ma tecniche da personalizzare in base a ogni paziente.
Tutti i retroscena della chirurgia plastica, inclusi quelli “più scomodi”, sono svelati oggi nel libro “Mi voglio così – Tutto quello che i pazienti dovrebbero sapere sulla chirurgia estetica”, scritto da Gianluca Campiglio, chirurgo plastico milanese. Classe 1964, Campiglio, che esercita la professione da 25 anni, è stato eletto nel 2014 segretario della più grande e autorevole associazione di chirurgia plastica al mondo, la Società Internazionale di Chirurgia Plastica Estetica (ISAPS), è socio della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE) e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE). «Di chirurgia plastica si sente parlare spesso e, in molti casi, a sproposito – afferma Gianluca Campiglio -. Ho voluto quindi scrivere un libro per raccontare la verità su una materia di cui spesso si parla solo per i suoi aspetti più spettacolari o bizzarri. Si dimentica invece che si tratta di una disciplina seria, definita da precisi criteri e canoni e non affidata al caso».
Uno dei motivi per cui si parla male della chirurgia plastica sono gli eccessi estetici, di cui di sovente sono protagonisti anche i personaggi dello spettacolo: «In questo campo sono moltissimi i medici che operano senza avere mai eseguito degli studi specializzati. Questa è una delle principali ragioni degli orrori di chirurgia plastica che si vedono in giro: non tutti sanno che, secondo la legge, un laureato in Medicina e Chirurgia può praticare qualsiasi specialità desideri e la chirurgia estetica è particolarmente gettonata» aggiunge il dottore.
Sono molti anche i falsi miti che circondano la chirurgia e la medicina estetica: « Dalle domande dei pazienti mi rendo conto della disinformazione che esiste - spiega Campiglio -.
Uno dei falsi miti più eclatanti è quello delle protesi al seno che scoppiano in aereo: una vera e propria bufala, ma ancora oggi le pazienti mi chiedono se potranno volare dopo l’operazione. Ma anche l’approccio dei minorenni è completamente distorto: i pazienti under 18 sono una rarità e spesso si rivolgono al chirurgo per risolvere malformazioni congenite. Uno degli interventi più ingiustamente sotto attacco è il botulino, considerato ormai sinonimo di qualsiasi intervento sbagliato al viso e che invece, se eseguito con criterio, è quasi impossibile da riconoscere. Poi ci sono le informazioni poco corrette, come il fatto che la liposuzione risolve anche i problemi di cellulite o che le tecniche mini-invasive possano dare risultati uguali a quelli chirurgici. Infine ci sono luoghi comuni che non sono più validi, come il fatto che la chirurgia plastica sia un privilegio per un èlite ristretta, composta da personaggi famosi o molto ricchi: oggi è alla portata di tutti».
Un'altra credenza errata sull’argomento riguarda i pazienti della chirurgia estetica: «La stragrande maggioranza di chi si rivolge a un chirurgo estetico non sono persone poco equilibrate o con scarsa fiducia in se stesse, ma persone normalissime e “insospettabili”, come il vicino di casa o il collega di lavoro, che desiderano migliorare una parte di se stessi o ringiovanire di qualche anno» afferma Campiglio, che nel suo libro raccoglie i pazienti in sei tipologie, da quelli che non fanno domande ai troppo informati.
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