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Quali sono i rischi della colestasi gravidica? Sintomi, terapia e dieta

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di Redazione

18/07/2014

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Prurito e accumulo di acidi biliari nel sangue: sono questi i sintomi che determinano la colestasi gravidica. Tra le patologie più diffuse durante la gestazione, c’è la colestasi intraepatica in corso di gravidanza (CIG), o semplicemente colestasi gravidica, che si manifesta durante il secondo e terzo semestre di gravidanza con un fortissimo prurite e livelli elevati di aminotransferasi sieriche e acidi biliari. È tipica delle donne cilene e scandinave e mediamente l’incidenza è poco superiore all’1percento. Da che cosa dipende? C’è una componente ormonale importante che influenza l’accumulo di bile. In linea di massima questi sintomi tendono a regredire a poche settimane dal parto. La Colestasi non è pericolosa per la mamma (è fastidiosa più che altro), ma se trascurata può essere un problema per il bambino. Si rischia infatti il parto prematuro e la sofferenza fetale, a causa dell’accumulo di acidi biliari nel sangue. Per questo motivo, di solito si programma il parto non oltre la 37esima settimana. Esiste una terapia farmacologica che può ridurre i sintomi della colestasi (tra i farmaci più usati c’è Ursodiol - Actigall, Urso), che elimina soprattutto il prurito. Bisogna fare attenzione alla dieta? L’alimentazione è sempre importante. Si consiglia di bere molto acqua (almeno 1,5 litri), mangiare sano (tanta frutta e verdura) e non appesantire il fegato con fritti, salumi, cibi speziati e grassi.
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