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La clorochina nel trattamento dell’artrite reumatoide: meccanismo d’azione, benefici e controindicazioni

La clorochina nel trattamento dell’artrite reumatoide: meccanismo d’azione, benefici e controindicazioni

By Redazione BlogBenessere

Giugno 30, 2014

La clorochina nel trattamento dell’artrite reumatoide: meccanismo d’azione, benefici e controindicazioni

La clorochina è il principio attivo presente in alcuni farmci usati per la cura dell’artrite reumatoide. Vediamo come funziona

La clorochina è un vecchio farmaco anti malarico che a partire dagli anni cinquanta venne sperimentato nella cura delle malattie reumatiche, in particolare dell’artrite reumatoide.
Farmaci come il Plaquenil (a base di idrossiclorochina) sono stati a lungi prescritti dai reumatologi per la cura di fondo (non sintomatica) di questa malattia autoimmune, anche se il meccanismo d’azione del principio attivo come antinfiammatorio e antiimmunitario none era del tutto chiaro.

Artrite-reumatoide-clorochina
Attraverso alcune sperimentazioni si era visto che somministrando la sola clorochina a pazienti con sintomi iniziali di artrite reumatoide (quindi con flogosi articolare evidente ma senza ancora le deformazioni ossee a cui la malattia, non trattata, porta), a fronte di una ridotta tossicità e di una buona tollerabilità, aveva permesso una certa regressione della malattia.

L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria sistemica che ha un’origine autoimmune, ovvero è provocata da una reazione anomala del sistema immunitario che improvvisamente (per cause ancora sconosciute ma in cui la genetica gioca un ruolo chiave), si “rivolta” contro le cellule sane, in questo caso delle articolazioni, attaccate dagli anticorpi. I sintomi dell’artrite reumatoide sono perciò i seguenti:

  • Dolore e tumefazione delle articolazioni, a cominciare da quelle delle mani e dei piedi
  • Le articolazioni appaiono gonfie, arrossate, calde
  • Il dolore si accentua al mattino, appena svegli. Così come la rigidità articolare, che si riduce con il passare delle ore e con il movimento
  • Infiammazione “migrante” (che si sposta da un’articolazione all’altra) e simmetrica
  • La flogosi interna provoca poi deformità ossee permanenti


Redazione BlogBenessere

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