Dimmi che pancia hai e ti dirò come intervenire
By Redazione BlogBenessere
Maggio 14, 2014
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Dura o morbida, rotonda o a rotolini: ci sono tipi di “pancette” diverse, a cui corrispondono soluzioni “ad hoc” per ridurre il girovita. «Esercizio fisico per gli uomini, trattamenti mirati per le donne», dice la dottoressa Gilardino
Rotonda e sporgente oppure “a rotolini”; dura al tatto oppure morbida. Si fa presto a dire “pancetta”, ma in realtà ne esistono diversi tipi. E per capire come affrontare l’antiestetico eccesso di grasso nell’area addominale, bisogna prima capire con quale tipo di pancia abbiamo a che fare.
«Di solito la pancetta delle donne è diversa da quella degli uomini -afferma Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano-. Normalmente nelle donne il girovita aumenta per un eccesso di tessuto sottocutaneo, ossia di grasso, che si posiziona sottopelle e nella parte superiore dei muscoli addominali. Si tratta insomma di adipe in eccesso, la pancia quindi forma dei rotolini ed è morbida al tatto. Gli uomini, invece, hanno di solito un addome rotondo e sporgente, che pur sembrando “molle” è invece duro da toccare. In questo caso si tratta di eccesso di grasso viscerale, che sta più in profondità nell’addome sotto il muscolo e circonda gli organi».
Esistono comunque anche donne che presentano un eccesso di grasso viscerale: «Si tratta di una caratteristica ormonale e costituzionale -precisa il chirurgo milanese-: ci sono donne con un fisico “a pera” che tendono a ingrassare dalla vita in giù oppure sull’addome esterno, sviluppando le cosiddette “maniglie dell’amore”, e quelle “a mela” che hanno gambe magre e la tendenza a accumulare grasso viscerale. Una tendenza che si accentua in particolare dopo la menopausa. Viceversa, possono capitare uomini con un eccesso di grasso sottocutaneo».
A problemi diversi corrispondono soluzioni differenti. «Per il grasso viscerale, quello tipico degli uomini, la chirurgia plastica non può fare molto -continua Gilardino-. Quello che incide è lo stile di vita: per far scendere la pancia bisogna seguire una dieta e fare attività fisica, a meno che non si parli di grandi obesi, ma lì si entra nel campo della chirurgia bariatrica».
Per chi invece ha un eccesso di sottocute quindi, di solito, le donne, è possibile intervenire con trattamenti mirati oppure chirurgicamente. «Se si tratta di poca adiposità localizzata, può essere sufficiente la smartlipo», precisa la dottoressa. «Parliamo di una liposuzione soft, non chirurgica, con dei tempi di recupero ridotti. Si rivela estremamente utile per rimuovere piccole concentrazioni di adipe, ad esempio su cosce, pancia, ginocchia e anche sul viso, per il doppio mento. La smartlipo è eseguita con una tecnologia laser, utilizzando micro cannule sottili che comportano anche dei minori traumi e tempi di recupero più rapidi, oltre ad una migliore uniformità dell’intervento. Si può eseguire in ambulatorio con anestesia locale».
Nei casi in cui la “pancetta” è più consistente, l’intervento indicato è una liposuzione. Spiega la dottoressa: «La liposuzione si esegue con sedazione in regime di day hospital; se si tratta di adiposità più estese, può essere necessario un ricovero in clinica con anestesia generale. In tutti i casi, dopo l’intervento bisogna riprendere uno stile di vita adeguato se non si vogliono riprendere i chili di troppo. Oltre ai disagi estetici, il grasso addominale è in ogni caso un fattore di rischio per la salute, aumentando le possibilità di malattie cardiache, diabete, pressione alta, ictus, apnea del sonno, varie forme di cancro e altre malattie degenerative» ricorda Gilardino.
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Chitosano
Il chitosano è una sostanza fibrosa che si ottiene dalla chitina, l’elemento principale dell’esoscheletro dei crostacei. Il chitosano attira il grasso come un foglio di carta assorbente e forma con esso un gel che viene eliminato attraverso le vie naturali.
Facilita la perdita di peso, impedendo l’assimilazione dei grassi introdotti con gli alimenti e inducendo quindi l’organismo a utilizzare il proprio grasso di riserva. Favorisce inoltre il transito intestinale.
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