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Cos’è l’ablazione con radiofrequenza, i rischi e le controindicazioni

Cos’è l’ablazione con radiofrequenza, i rischi e le controindicazioni

By Redazione BlogBenessere

Luglio 15, 2014

Cos’è l’ablazione con radiofrequenza, i rischi e le controindicazioni

L’ablazione con radiofrequenza è una tecnica terapeutica minininvasiva che serve per curare le aritmie cardiache. Vediamo come funziona e quali sono gli eventuali rischi.

L’ablazione con radiofrequenza, o trans-catetere, è una nuova tecnica mininvasiva che permette di risolvere alcuni disturbi cardiaci, in particolar modo le aritmie. Si tratta di una pratica chirurgica che utilizza un catetere, dotato di 2-3 sondini sottilissimi, il quale viene introdotto nel corpo del paziente per via percutanea attraverso una vena femorale e poi fatto arrivare fino al cuore.

Una volta giunto nelle cavità cardiache, dal catetere partono delle stimolazioni elettriche che hanno lo scopo di individuare eventuali aritmie e stimolarle.
A questo punto avviene la terapia ablativa vera a propria. Il catetere diventa conduttore di energia elettrica a radiofrequenza che ne arroventa la punta, consentendo di ablare (ovvero bruciare) i tessuti del miocardio che causano l’aritmia senza, però, intaccare i tessuti sani intorno.

L’aritmia, speice quella determinata da fibrillazione atriale, è un’alterazione del ritmo cardiaco provocata dalla presenza di una zona di tessuto (un accrescimento anomalo, in genere congenito), posizionato nell’atrio sinistro del muscolo cardiaco, in particolare tra la camera atriale (gli atri sono le due cavità superiori del cuore, separati da una parete di tessuto) e le quattro vene polmonari.

Una volta che il catetere è arrivato alle cavità atriali, l’innesco della corrente elettrica consente di produrre dei “buchi” nel tessuto e interrompere la comunicazione tra i vasi polmonari e l’atrio sinistro, impedendo, di fatto che si inneschi l’anomala stimolazione elettrica che altera la frequenza del battito del cuore provocando la fibrillazione.

La fibrillazione atriale, una delle più comuni patologie cardiache, è anche un fattore di rischio per infarti e ictus, perché favorisce l’accumulo di sangue nelle cavità cardiache con possibile formazione di trombi (coaguli). Tra le altre cardiopatie che si possono curare efficacemente con la tecnica ablativa trans-catetere ci sono:

  • Tachicardia atriale focale
  • Tachicardie da rientro
  • Sindrome di Wolff-Parkinson-White

Questa tecnica mininvasiva di precisione viene eseguita da un cardiologo specializzato in elettrofisiologia, e se ben eseguita non ha controindicazioni particolari ed è certo molto meglio tollerata dell’intervento chirurgico tradizionale, anche perché i tempi di ricovero sono ridottissimi. Il rischio, però, è che il catetere, non ben direzionato, posa perforare la cavità cardiaca o bruciare un po’ di tessuto in più di quello necessario.

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Redazione BlogBenessere

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